Più guerra significa più inflazione

Se ci riconduciamo alle drammatiche esperienze belliche passate Nouriel Roubini More War Means More Inflation by Nouriel Roubini – Project Syndicate (project-syndicate.org) – ha pienamente ragione quando afferma che “quanto più si espande la guerra tanto più cresce l’inflazione”. Ciò è il minimo danno sul piano economico che possa accadere, principalmente all’interno del perimetro UE. La sola crescita dei prezzi in tutta Europa riguarda principalmente l’evolversi di un conflitto che per il momento è solo circoscritto come quello Russo-Ucraino, in cui i governi occidentali fino a ora si sono limitati a sostenere la resistenza ucraina dotandola di arsenali di “difesa” in grado di contenere l’espansionismo imperiale, o supposto tale, russo.

Si tratta attualmente di una classica guerra per procura (proxi war). I problemi si moltiplicherebbero allorché la NATO ricevesse il mandato dal Consiglio Europeo d’incrementare la pressione militare, e di conseguenza, agire direttamente per risolvere la contesa.

Storicamente si sappia che quanto più si ampia la belligeranza, tanto maggiore per i paesi coinvolti sarà il ricorso a sottrarre all’economia di mercato la gestione interna delle risorse (prezzi amministrati, nazionalizzazioni, controllo dei salari, deficit fiscali) a vantaggio di un lento ma subdolo accertamento dello Stato sulla struttura economico nazionale in funzione di una ovvia priorità d’ordine politico: la vittoria nei confronti del nemico. Lenin nel formare la nascente economia sovietica adottò i principi di gestione centralizzata impiegati dal governo tedesco (Walter Rathenau) – ma non solo anche Italia e Gran Bretagna – nel corso della I° guerra mondiale.

Al di là delle stucchevoli tifoserie Russi versus Ucraini e viceversa, la questione dirimente riguarda quale tipo di obiettivo si propone di raggiungere la coalizione occidentale e fin dove si può esporre per difendere il suolo ucraino o se, addirittura, si pensa (Polonia e Stati Baltici) che incrementando un tale confronto bellico questo porti finalmente alla dissoluzione della Confederazione Russa e quindi al trionfo dei valori democratici occidentali a discapito delle oppressive autocrazie orientali.

Finora le democrazie occidentali – in particolare quelle europee – sono state riluttanti e molto ambigue nello spiegare alle proprie comunità nazionali gli eventuali rischi e le privazioni a cui verranno sottoposte nel caso in cui il conflitto si espandesse coinvolgendole sempre più direttamente.

E’ giunto il momento di fare chiarezza.

fg

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