Quando il Calcio Incontra il Sociale: Storia e Realtà del G.S. ORTI

Fabrizio Trocca, la nostra Community

Quando ti lasci alle spalle l’edificio dell’Università per procedere in direzione Nord-Est, la città si trasforma in un borgo e ci si inoltra nel quartiere Orti.  Più simile ad un paese di campagna che ad un centro urbano, pare rimasto sospeso in una sorta di limbo temporale che vive un tempo diverso dalla frenesia tipicamente urbana. Come negli anni 80, quando nei locali della parrocchia venne fondato il GS Orti, realtà che ancora oggi forma e cresce centinaia di bambini e ragazzi.

Ci racconta la struttura societaria e la sua storia Fabrizio Trocca, vicepresidente, dalla Pista trapiantato in quel nostro borgo “tanarolo”,  e dedito a tempo pieno a questioni burocratiche e organizzative.

Una associazione nata con un forte carattere sociale, votata al calcio come elemento di unione e di crescita e non solo come pura competizione.

Il centro vitale è il suo presidente, Don Gino, che si divide tra l’oratorio, il centro di supporto per i meno abbienti e naturalmente il campo da pallone.

Generazioni di ragazzi si sono allenati e sono cresciuti come calciatori e come persone e oggi, ormai cresciuti, portano i loro figli e nipoti nei luoghi dove hanno scritto un pezzo di vita personale. Molto distante dalle luci dei riflettori del calcio professionistico, si è mantenuta viva nel tempo la tradizione ormai superata della squadra parrocchiale, con i bambini che abitano nel quartiere e i genitori che a titolo gratuito si impegnano come dirigenti e accompagnatori. Dalle tribune al campo, perché in un contesto cattolico-sociale come quello del GS Orti c’è sempre bisogno di qualcuno che dia una mano.

I ragazzi sono tanti, circa 100, e tutti in giovanissima età. Si gioca per il piacere di farlo ed ogni tanto capita anche che qualcuno abbia un talento particolare. Come Sabrina Nespolo, classe 2007, cresciuta nella società e ora in forze alla squadra femminile della Juventus e con una convocazione nella nazionale di categoria.

Non ci sono ritorni economici per nessuno, tutti i proventi dei tesseramenti e delle quote associative sono investiti per migliorare le strutture esistenti e per garantire che tutti possano giocare, anche chi è più in difficoltà.

Piccolezze quotidiane, raccontate dalla voce di Fabrizio, mostrano cosa voglia dire impegnarsi in una realtà di questo tipo: le tipiche reti verdognole che circondano i campi da gioco stonavano un poco e, presi colore e pennelli, eccole ora dipinte di bianco e azzurro, i colori societari. O come quando nei primi anni 2000 le divise sporche di fango ed erba iniziavano ad essere molte e le famiglie non stavano più dietro ai ritmi: uno stanzino del centro si è trasformato in una lavanderia ed è stata acquistata una lavatrice. Di quelle professionali, con il carico da 14 kg sottolinea il Vicepresidente.

E quando c’è cura si vede perché le cose durano nel tempo. Come la lavatrice che dopo più di 20 anni e chissà quante divise lavate è ancora funzionante. O come lo stesso GS Orti che, grazie alla passione di chi lo gestisce, non ha perso lo spirito sociale con cui è stato fondato.

f2gb

Rispondi